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ACQUARIO, 2011 OIL ON CANVAS 15.7X23.6 IN. | 40X60 CM.
        INVITED ARTIST  MUSICA E COLORE, 2002 OIL ON CANVAS 23.6X31.4 IN. | 60X80 CM.
         BORGHI E METROPOLI 2018 OIL ON CANVAS 23.6X31.4 IN. | 60X80 CM.



         MERAVIGLIE DEL MARE, 2014 OIL ON CANVAS 23.6X31.4 IN. | 60X80 CM.





                                   ANTONIO ANASTASIA
                                   Lives and works in Roma, Italy
                                   www.antonioanastasia.com

                                                              mercato, del farsi bello di una citazione per giustificare la dignità di una
                                                              proposta artistica altrimenti poco consistente, tanto per capirci, come
                                                              in Italia, paese tendenzialmente ignorante, capita fin troppo spesso.
                                                              A riprova di ciò, il fatto che Anastasia ha nel frattempo continuato
                                                              a praticare una figurazione di soggetto naturalistico che, seppure
                                                              più prevedibile e convenzionale, ha comunque fornito all’artista la
                                                              possibilità di esprimersi con un sermo cotidianus che rimane ancora
                                                              di maggiore comprensione popolare, apparentemente incurante delle
                                                              successive mediazioni intellettuali che il Cubismo ha imposto da sé
                                                              stesso in poi. Anastasia, dunque, non vuole affatto mascherarsi in
                                                              quello che non è, vuole solo capire per poter fare proprio, assimilando
                                                              solo dopo aver adattato al proprio senso critico, al proprio modo
                                                              di avvertire l’arte e il mondo. Nelle sue opere “retrocubiste”, per
                                                              esempio, ho notato la lucidità con cui riconosce a Gino Severini, il
                                                              più francese dei nostri avanguardisti storici, prima futurista militante,
                                                              poi antesignano figurativo del rappel à l’ordre, di essere il più logico
                                                              anello di congiunzione, non solo formale, fra le griglie sintetiche di
                                                              Gleizes e Delaunay e un Futurismo alla Depero inteso come suprema
                                                              decorazione universale. Un’interpretazione per niente scontata, anzi
                                                              acuta e raffinata, che non può non suscitare rispetto per chi l’ha
                                                              elaborata, dimostrandola con l’evidenza di un’invenzione artistica del
                                                              tutto convincente in questo senso. (Sintesi critica del Prof. Vittorio
                                                              Sgarbi dal volume d’Arte “ Porto Franc) ediz. EA-Palermo)









         Antonio Anastasia ha reso omaggio al Cubismo, in un modo
         rispettoso, ma tutt’altro che obbligato e reverenziale, interpretandolo
         non come meta finale, ma come tappa intermedia, per quanto
         importante, nel percorso alla ricerca della propria cifra espressiva.
         Un percorso che significativamente, a sottolineare quanto appena
         detto, ha contemplato anche altre retrospezioni stilistiche, altre
         immedesimazioni nei linguaggi storici della modernità, come, ad
         esempio, l’Astrattismo, l’Informale, con esiti non meno rilevanti di
         quelli conseguiti con il Cubismo. Non si tratta di “culturalismo” a buon

                                                                                                    WORLD of ART       93
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